POTREI MORIRE DI TE.Capitolo 4POV ADA
Appena ebbi finito di bere la mia seconda lattina di Sprite, mi alzai dal tavolino, diedi un occhiata al tavolo dove prima c’erano i due tipi imbacuccati, ma erano strani, ma tanto strani, presi la mia borsa e insieme a Carly mi diressi verso il parco, ci piaceva stare lì ci rilassava, il pomeriggio non c’era quasi nessuno, per questo ci andavamo, trovammo un posto all’ombra e ci sedemmo
«Allora, cosa facciamo?» Mi chiese Carly…
«Tesoro non lo so.. sono talmente stanca che non ho nemmeno voglia di parlare» dissi appoggiandomi alla sua spalla, lei mi rispose con un “a chi lo dici” e appoggiò la sua testa sulla mia, stavamo per addormentarci quando mi ricordai che dovevo subito tornare a casa…
«Oddio è tardi devo tornare a casa!» urlai
«Dai su andiamo» rispose lei, ci incamminammo per strada, eravamo tutte e due stressate e stanche, accompagnai Carly a casa e mi diressi verso la mia…
Appena arrivata la mamma mi urlò dietro per la mia solita sbadataggine, avevo dimenticato le chiavi, mentre mi sistemavo mi disse all’orecchio di andare il salotto che c’era qualcuno che mi voleva, mi diressi verso il salotto e… non potevo credere ai miei occhi…
POV BILL
Avevamo fatto una figuraccia, ma accia accia… per non farne altre ci alzammo e ce ne andammo
«Tom, chi sa della famiglia dove caspito abita Ada?» chiesi al gemello che era intento ad accendere il motore della macchina, lui ci pensò un po’ su e urlando e facendomi sobbalzare sul sedile disse:
«LA MAMMA!» detto questo afferrai il cellulare e mi sbirgai a chiamare la mamma
*Pronto?* rispose una bellissima e angelica voce, quella della mamma
*Ciao mamma, sono Bill, volevo chiederti se sai dove abita Ada* chiesi con gentilezza
*mhm fammici pensare, aspetta che vado a vedere sull’agenda di Gordon* disse, attesi qualche minuto e subito dopo sentii la voce della mamma che mi dava l’indirizzo, presi un pezzo di carta, lo segnai e chiusi la chiamata
VIA TUSCOLANA 65, ROMA
«Allora? Dove abita?» mi chiese il gemello, io con un sorisetto sulle labbra lessi l’indirizzo
«Momento, momento, momento» disse Tom, «Dove caspito è via tuscolana?», presi il cellulare e dissi
«TomTom?» lui annuì, digitai l’indirizzo e arrivammo in circa mezz’ora… Arrivammo bussammo alla porta, ci aprì una signora bionda cn gli occhi azzurri, Anna
«Ciao Anna, siamo Bill e Tom, Ti ricordi di noi?» Dissi salutandola, lei sorrise dolcemente e rispose
«Certo che mi ricordo, prego entrate non state lì sulla porta» disse facendoci accomodare.
La casa era grande ed accogliente, ci togliemmo giacche e giacchettine, così potevamo ritornare a respirare, ci sedemmo sul divano, Anna ci offrì una limonata che non rifiutammo per il caldo che faceva…
Parlammo del più e del meno finquando non sentimmo il campanello della porta di casa
«Scusate ragazzi, ADA SE ABITI IN QUESTA CASA PORTATELE LE CHIAVI!» disse alzandosi e dirigendosi verso la porta, ero agitato, e anche il gemello non era da meno visto che tremava
«Sta tranquillo» bisbigliai al gemello che si calmò subito
Udimmo una bellissima voce femminile
«Eh si scusa mamma, le avevo dimenticate sulla scrivania» disse poggiando la borsa, che all’apparenza sembrava pesantissima
Anna le bisbiglò qualcosa all’orecchio che la fece correre in soggiorno, appena la vidi, non potevo credere ai miei occhi, era quella che avevamo preso in giro oggi al bar… speravo che non ci avesse riconosciuti.
Ci alzammo dal divano, lei appena ci vide, ci corse incontro e mi saltò in braccio, aveva le lacrime agli occhi
«Ragazzi che diamine ci fate qui?» ci chiese
«Eh no cioè… ma a me non mi saluti?» disse Tom facendo il finto offeso con la faccina da cucciolo… lei non appena Tom terminò la frase, prese la rincorsa e gli saltò in braccio e gli diede un bacio sulla guancia…
«Ma ragazzi che ci fate qui?» disse mentre scendeva da braccio di Tom
«Bè… avevamo voglia di vederti, visto che passavamo da queste parti» Dissi sorridendo, lei girò lo sguardo e notò sull’appendino le giacche e i cappelli che indossvamo poco prima, fece la faccia che faceva una paura tremenda, che se la si confrontava con quella della bambina di the ring e dell’esorcista, quest’ultime sembravano angeli venuti dal paradiso
«Fratellino? Mi sa che ci conviene correre» disse Tom che subito dopo incominciò a correre seguito da me e dalla reincarnazione di Hitler posseduto
«Va bene va bene, scusaci, perdonaci!» urlai bloccandola, lei si calmò e scoppiò a ridere subito seguita da me e da Tom
«A proposito di promesse, quella che avevi fatto a me?» disse Tom tra una risata e l’altra, Ada, ci prese per mano e ci condusse in camera sua
«Ecco, promessa mantenuta» disse, Tom rimase a bocca aperta
«Ma c’è né solo uno di poster» disse lui perplesso, lei sorrise e si avvicinò alla anta del suo enorme armadio, la aprì e ci fece vedere milioni di nostri poster attaccati nel suo armadio, poi indicò un angolino della sua scrivania, ci avvicinammo, c’erano tutti i nostri cd e dvd, non ne mancava uno… rimanemmo a bocca aperta…
Capitolo 5POV ADA
Risi di gusto quando vidi le facce perplesse dei gemelli nel vedere che io avevo mantenuto la promessa, mi misi a sedere sul mio comodissimo lettuccio e feci segno ai gemelli di sedersi davanti a me
«Allora ragazzi, passiamo agli affari» dissi prendendo un blocchetto e una matita
«Affari?» mi chiese Bill con una faccia da ebete impossibile da descrivere
«Si tesoro bello, affari. Allora, facendo la somma di tutto qello che ho speso tra poster, giornali, concerti, cd, dvd, collane, bracciali e stupidate varie, la somma sarebbe…. 1500 euro, va bè visto che vi voglio bene, arrotondiamo facciamo 2000 e non ne parliamo più» conclusi con un sorrisetto malizioso
«Tu se scema» disse Tom con una voce che mi fece scoppiare a ridere
«Dai su scherzavo!» dissi tra una risata e l’altra, sentii il telefono squillare “twit twit twit twit SMS” , Tom sobbalzò
«Ahahhaahha, Ti sei spaventato! Tranquillo mi è arrivato un messaggio» dissi prendendo il cellulare e leggendo il messaggio
“ Ciao Aduzza mia, ci vediamo tra mezz’ora a casa mia che dobbiamo parlare di cosa metterci al concerto… hihihihi un bacione pazzoide mia ♥”
«Chi era? Il fidanzatino?» mi chiese Bill con la vocina maliziosa, gli diedi uno spintone e gli dissi
«No stupido è una mia amica, ha comprato i biglietti per il vostro concerto» sorrisi
«Ma sei scema! Potevi dircelo che ti procuravamo noi i biglietti» Disse Ton
«Scema assoreta, e poi come facevo a rintracciarvi! Idiota!» dissi facendo una smorfia.
Notai Bill che frugava nelle tasche
«Bill? Cosa cappero stai facendo?» chiesi, vidi che estrasse due pass per il backstage
«Ecco uno per te e uno per la tua amica, ci vediamo al concerto, così potrai presentarci la tua amica» disse sorridendo e alzandosi dal letto
«Noi dobbiamo andare» disse ancora guardando l’orologio «Sennò dopo gli altri due chi li sente»
«Va bene vi accompagno alla porta» dissi sorridendo e facendogli strada
«Ciao bellissima» disse Tom che mi diede un bacio sulla guancia subito seguito da Bill
«Ciao ragazzi» dissi sorridendo e tornando in camera. Mi misi sul letto a pensare, non so ma mi batteva forte il cuore, forse la sorpresa dei gemelli, o forse…. Nooo non poteva essere quel misero bacio sulla guancia che mi ha dato Tom…. Oddio, dovevo ammettere che era carino… ma non al punto di piacermi… no.. non mi piaceva…
Aprii il mio armadio, presi su qualche magliettina della band, e qualche pantaloncino corto, meglio stare leggeri ai concerti, di solito si muore di caldo, presi i pass e misi tutto in una borsa, uscii di casa e andai da Carly…
Bussai al campanello, mi aprì una donna sulla quarantina, capelli corvini e occhi di un azzurro bellissimo, la madre della mia migliore amica
«Ciao Ada, vieni entra, Carly ti sta aspettando» mi disse sorridendo e facendomi entrare
«Carly?» chiesi alla donna
«è su in camera che ti aspetta» disse sorridendo, io mi salii le scale e bussai alla porta
«Entraaaaa» urlò la matta, aprii la porta sorridendo e lanciando la borsa con tutti i vestiti
«Allora, tesoro mio, ho una piccola sorpresa per te» dissi afferrando la borsa e scavando alla ricerca dei pass, li trovai e glieli mostrai. Appena li vide saltò dalla gioia
«Ma come hai fatto ad averli?» mi chiese
«Bè… ho le mie fonti» dissi sorridendo, sapevo che aveva intuito tutto
«AAAHHHH!!! Oddio! Ehy! Poi mi presenti Bill veroo??» mi chiese con non so quanta euforia
«Certo pazza» dissi sorridendo. Passammo la giornata a provarci i vestiti, pantaloni, magliette, scarpe, tutto quello che ci capitava sotto gli occhi